La bambina impazzita è una silloge poetica ma anche un percorso attraverso le diverse fasi della vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, la vecchiaia e la morte.
Tra i temi narrati, l’amore, la passione, la gelosia, il senso di inadeguatezza, la caducità, il rapporto con la poesia, con il succedersi di quadretti di vita quotidiana e riflessioni più alte. Particolare attenzione è dedicata alla virtualità, ai rapporti nati in chat e a come la tecnologia può influenzare sentimenti e relazioni.
Si affacciano a tratti temi sociali come il lavoro e la povertà. Lo stile è tendenzialmente prosastico, ma non mancano momenti lirici, così come si alternano verso libero e metrica rigorosa. Il linguaggio è semplice, condito con ironia a volte feroce e con affondi spietati sulle contraddizioni dei rapporti umani.
“Così, la poesia della bambina impazzita ha la dignità di una parola stemma, stella, luce, guardiana e ribelle, sapiente, capace di stare al mondo e di raccontarcelo con menzogna e verità. Il tuo nome è la chiave / con cui scrivo lavoro / compro pago rispondo / mi collego col mondo.”